Mipaaf, cabina di regia del vino: la Francia corre, l’Italia parla

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Cronaca di un nulla annunciato. Ieri al Mipaaf si è riunita la filiera del vino per i preparativi verso il nuovo tavolo di confronto e cabina di regia immaginati prima di Natale dal ministro Teresa Bellanova. Cos’è emerso?

Analisi e valutazione del settore e degli scenari degli scambi internazionali; stato di attuazione del Testo unico del vino; confronto per l’Istituzione della cabina di regia del vino. Sono stati questi i temi in discussione nel corso dell’incontro con il settore vitivinicolo presieduto dalla Ministra Teresa Bellanova e conclusosi pochi minuti fa al Ministero delle Politiche agricole.

Un incontro espressamente finalizzato a condividere con l’intero settore l’istituzione della cabina di regia del vino, già annunciata nei mesi scorsi in diverse occasioni dalla stessa ministra.
«Un settore così strategico e importante», ha detto Bellanova introducendo i lavori, «ha bisogno di un luogo dove affrontare le criticità, valutare con attenzione le strategie di valorizzazione, maturare un confronto vero con tutte le parti interessate per un progetto complessivo di futuro del settore. Se il vino italiano costituisce uno dei nostri comparti di maggiore successo, sono altrettanto evidenti le problematiche che ne frenano l’enorme potenziale. Siamo stabilmente il primo produttore al mondo di vino: come facciamo a vincere anche la sfida del valore?  Tanto è stato fatto, se penso soprattutto a quanto vino del Sud oggi parta per i mercati internazionali con bottiglie che portano il nome del territorio d’origine: come possiamo fare meglio? Come reagire al rischio dei dazi Usa? Il 30 incontrerò il Ministro americano dell’Agricoltura e ribadirò con forza la nostra posizione: il vino italiano non si tocca».

Quanto al tavolo – cabina di regia: «Ascolto, condivisione e partecipazione saranno parole chiave per trovare insieme le soluzioni più utili a risolvere i problemi e a dare maggiore slancio a questo settore strategico», ha proseguito la Ministra Bellanova. «Per costituirla non sarà il ministero a fissare da solo priorità e componenti. Lo decideremo insieme, perché voglio creare uno strumento utile. Semplificare è un dovere. Ma è facile a dirsi e difficile da praticare. Non voglio assumere impegni generici, chiedo a voi e poi a chi farà parte della cabina di regia di indicare quali adempimenti, quali circolari, quali decreti complicano la vita delle imprese. Li dobbiamo cambiare insieme».

Quanto al Testo unico sul vino: «Avere prodotto un solo testo di riferimento per il settore è un fatto importante. A distanza di 3 anni però mancano alcuni decreti attuativi. Ho chiesto un dossier dettagliato sul perché non siano stati ancora emanati. E su quelli fatti dovremo valutare l’efficacia delle scelte fatte, come prevede la stessa norma. Ecco perché ribadisco la necessità della cabina di regia, sarà il luogo ideale anche per questo lavoro».

Mentre il mondo del vino italiano si dibatte tra necessità di riforme, controlli preventivi sull’autenticità delle produzioni, valorizzazione del made in Italy e difesa dai dazi il Mipaaf ha impiegato tanti mesi per preparare un incontro tra nulla e niente. Come ha scritto il giornalista e blogger Franco Ziliani su Vino al Vino mancano regista, attori e sceneggiatura…

Non si comprende poi a cosa serva una cabina di regia a un ministero che, per sua stessa missione, dovrebbe rappresentare proprio questo. Sui dazi USA, come ha spiegato ai suoi lettori con il pezzo di Gabriele Carrer, ieri, il quotidiano La Verità di Maurizio Belpietro, la Francia ha fregato tutti. Eloquente il titolo: «Trump piega Macron sulla digital tax e frega Bruxelles». Ora nel mirino c’è l’Italia ma qui da noi sono sempre tutti nascosti sotto a qualche tavolo…

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